SESSUALITÁ
Tutti noi abbiamo difficoltà a parlare della nostra intimità e parlarne mostrando le proprie fragilità o semplicemente i propri gusti può essere spesso cosa non facile e imbarazzante.
Il primo passo per poter aiutare le persone che soffrono di un disturbo sessuale è quello di metterle a loro agio, parlando apertamente di questa difficoltà e rassicurandole sulla possibilità di essere accolti e ascoltati e non giudicati.
Il secondo passo è quello di creare uno spazio in cui poter dare voce al corpo, iniziando ad immaginare che qualsiasi manifestazione di questo sia un’informazione importante sul nostro stato emotivo.
Proverò ad essere più chiaro con degli esempi: l’impotenza maschile potrebbe essere data da una forma di tristezza o di stanchezza, da particolari fattori di stress che la persona sta vivendo in quel momento oppure da un conflitto specifico non espresso all’interno della coppia. L’impotenza dunque può essere il risultato di fattori relazionali/di coppia, fattori esterni alla coppia o semplicemente essere il risultato di un periodo di vita in cui può essere funzionale per la persona avere una ridotta attività sessuale.
E’ inoltre importante tenere presente che la sessualità, essendo legata al piacere, è il primo ambito della nostra vita ad entrare “in crisi” di fronte alle difficoltà.
Considerando quindi la multifattorialità di un disagio relativo alla sfera della sessualità, come possiamo rintracciare qual è il messaggio corporeo da cogliere?
In altre parole, quello che succede spesso è il fatto di non voler vedere cosa ci succede se siamo in difficoltà o a disagio di fronte all’altro, e allora “deleghiamo” al corpo la manifestazione di questo disagio. Riappropriarci di questo vissuto significa poter essere più liberi e raggiungere una sessualità che sia più soddisfacente ed appagante.
LA MIA ESPERIENZA
In una società dove il maschio è spesso sinonimo di forza e di buone prestazioni sessuali, può generare confusione, smarrimento o vergogna il vissuto di ritiro dall’attività sessuale da parte di un uomo, vissuto che invece può essere assolutamente fisiologico per un periodo di vita, esattamente come succede spesso anche alle donne. Quello che a mio avviso è molto importante quando si lavora con difficoltà legate alla sessualità, soprattutto con gli uomini, è quello di saper andare oltre stereotipi e pregiudizi, e inquadrare il “sintomo” all’interno del periodo di vita della persona per poterne dare una lettura appropriata e specifica.
IL MIO LAVORO
Il mio modello di lavoro si compone di due aspetti: in un primo momento utilizzo tecniche specifiche per aiutare la persona a prendere contatto con il proprio corpo e con la sua difficoltà. Questa prima fase serve a rassicurare la persona sulla possibilità di gestire e di essere attivo, di poter fare qualcosa quando si presenta il disagio.
In un secondo momento invece è importante fornire degli strumenti di lettura rispetto al senso che questo sintomo o “segnale corporeo” ha nella vita della persona.