Tutti noi abbiamo sperimentato occasionalmente l’insonnia, passando notti in bianco o girandoci di continuo nel letto nella speranza di prendere sonno.
Un italiano su dieci combatte con questo disturbo cronico che può avere diverse cause.
L’insonnia è un disturbo che rientra nel gruppo delle dissonnie, e che causa alterazioni del ritmo, quantità e qualità del sonno incidendo sulla vita quotidiana e sull’umore, facendoci sentire stanchi, affaticati, irritabili e ansiosi, e che ha quindi ripercussioni negative sul nostro benessere psico-fisico.
Spesso chi soffre di questo disturbo del sonno ricorre a farmaci che però, alla lunga, possono creare dipendenza ed assuefazione. In molti casi per dimenticarsi dell’insonnia e ritrovare notti serene è possibile affidarsi ad uno psicoterapeuta per interventi volti soprattutto ad analizzare e comprendere i motivi del disturbo e quindi trovare la giusta terapia.
Esistono diversi tipi di insonnia: iniziale (che causa fatica nel prendere sonno), centrale (caratterizzata da risvegli frequenti durante la notte) e tardiva (risveglio mattutino precoce). Inoltre possiamo trovare anche l’insonnia soggettiva, ovvero la percezione da parte del soggetto di dormire male o poco, anche se il sonno è più o meno regolare.
A queste tipologie di insonnia si affianca un’altra classificazione che prende in considerazione le cause del disturbo del sonno: l’insonnia primaria quando la persona risulta sana e non sembrano esserci cause apparenti legate al disturbo. In genere è dovuta a tensioni emotive, a continue riflessioni su problemi che affliggono la persona e le causano ansia. S’innesca così un circolo vizioso in cui maggiore è la preoccupazione, maggiore è la mancanza di sonno. Stati d’ansia ed irritabilità possono causare difficoltà nel prendere sonno.
L’insonnia secondaria si lega a cause di natura fisica o psicologica ed è quindi il sintomo di un altro disturbo come, ad esempio, la depressione.
Tantissime persone ricorrono all’utilizzo di sonniferi o farmaci in generale che inducono al sonno, ma spesso l’utilizzo prolungato crea dipendenza risolvendo solo apparentemente il problema, senza dare la possibilità di scavare a fondo sui motivi che causano il disturbo.
Alessandra Devoto, psicologa esperta di disturbi del sonno, sottolinea: “I farmaci funzionano bene in brevi periodi. Per questo, nel caso di problemi acuti di cui è chiara la causa ‘esistenziale’, sono utili ad eliminare il problema evitando il rischio di cronicizzazioni“.
Per chi invece è soggetto ad un disturbo del sonno cronico e persistente, che dura almeno da tre mesi, aggiunge la psicologa “Il medicinale, oltre a non risolvere il problema perché ha un’efficacia limitata nel tempo innesca un meccanismo pericoloso per il rischio di dipendenza “.
Negli ultimi 20 anni sono stati studiati trattamenti non farmacologici per la cura dell’insonnia, efficaci sia per migliorare la qualità del riposo, sia perché possono aiutare nella sospensione dell’utilizzo di farmaci.
L’intervento psicoterapeutico per la cura dell’insonnia prevede degli incontri con lo psicoterapeuta che consentono di individuare la causa del problema e di seguire una terapia breve mirata ad eliminare il disturbo.
In alcuni casi l’intervento può essere di tipo “correttivo” e cioè volto a modificare alcune abitudini di vita che possono influire sulla qualità del sonno. In altri è necessario un intervento più profondo che lavori sui pensieri ansiosi causa del disturbo, insegnando al paziente specifiche tecniche di rilassamento fisico e mentale per ristabilire un sonno corretto
Il lavoro di tipo psicoterapeutico sarà quindi volto ad entrare in contatto con le tensioni corporee per poter comprendere a fondo le fonti di ansia e disagio psicologico. Attraverso il percorso terapeutico con lo Psicologo la persona imparerà a rilassarsi e a lasciarsi andare, “staccando” la mente dai pensieri ansiogeni che non le permettono di prendere sonno.
Il trattamento psicologico del sonno si è rivelato efficace in molti casi ed è inoltre indicato per bambini e donne in gravidanza che dovrebbero evitare l’assunzione di farmaci o per gli anziani, per i quali l’incidenza dell’insonnia aumenta notevolmente e che spesso assumono già troppi farmaci.
Mi occupo di disturbi di ansia (fobie, attacchi di panico, ansia generalizzata), di sessualità e di omosessualità, di disturbi alimentari, di depressione, di difficoltà legate alla sfera affettiva (familiare e/o di coppia).
All’interno del mio modello di lavoro utilizzo tecniche di respirazione, rilassamento, sessuologiche e EMDR.