L’impotenza maschile colpisce 3 milioni di italiani tra i 18 e i 60 anni, quando il problema non è fisico, le cause possono essere ricercate nella sfera psicologica.
L’impotenza maschile, o disfunzione erettile, è definita come l’incapacità di raggiungere e/o mantenere un’erezione sufficiente ad avere un rapporto sessuale. Questa incapacità può essere persistente oppure occasionale.
Le cause dell’impotenza sessuale possono essere attribuite a vari fattori organici come patologie cardiache, ostruzione dei vasi sanguigni, alcolismo o abuso di altre sostanze, lesioni a livello dell’area pelvica, ma anche a fattori psicologici: il cervello, infatti, gioca un ruolo fondamentale nel produrre quegli effetti fisici che provocano l’erezione.
In alcuni casi, disturbi di carattere psicologico possono interferire sull’eccitazione, causando o peggiorando la disfunzione erettile. Tra i più comuni abbiamo: depressione, stress, preoccupazioni e quella che è comunemente definita ansia da prestazione.
L’ANSIA DA PRESTAZIONE
L’ansia da prestazione, in particolare, si differenzia da altre forme di ansia in quanto viene attribuita notevole importanza al concetto di prestazione e al raggiungimento di un risultato in generale. Una persona affetta da ansia da prestazione percepisce il risultato della prova in relazione al giudizio dell’altro, risultato che deve necessariamente essere positivo. Con una visione così rigida, anche un piccolo errore può minare l’autostima della persona, generando un profondo disagio e malessere.
Chi soffre di ansia da prestazione non vive i propri comportamenti in maniera naturale poiché si aspetta in qualche modo il fallimento, concentrando tutte le emozioni e le convinzioni sull’insuccesso, creando così un circolo vizioso difficile da interrompere.
L’ansia prestazionale può comparire in diverse situazioni sociali: scuola, lavoro, sport e nella sfera relazionale. In ambito relazionale, la tendenza ad apparire sempre al meglio per essere accettati può celare la paura di non essere all’altezza delle situazioni che si presentano, evidente sintomo di una mancanza di autostima. In ambito sessuale, la grande importanza attribuita alla prestazione sessuale e alla paura di deludere il partner impedisce di vivere con serenità l’esperienza rendendo difficoltoso il raggiungimento o il mantenimento dell’erezione. Questi atteggiamenti hanno come possibile conseguenza anche il calo del desiderio, ovvero l’assenza o l’ insufficienza di fantasie sessuali e del desiderio di rapporti.
IL CALO DEL DESIDERIO
Nello specifico, il calo del desiderio sessuale può essere generato anch’esso dall’uso o l’abuso sostanze come alcol, farmaci o psicofarmaci o può essere provocato da disturbi mentali secondari come ad esempio la depressione. Chi soffre del calo del desiderio non prende l’iniziativa sessuale anche se può accettare l’offerta di un rapporto. Nel caso, invece, di un’avversione sessuale, la persona evita attivamente il contatto con il partner e, talvolta, riferisce addirittura di stati d’animo quali ansia o repulsione.
LO STRESS
A volte dietro ai problemi di erezione può nascondersi lo stress, il problema più comune, che influenza tanto la vita quotidiana quanto la capacità sessuale. Come abbiamo accennato, la mente gioca un ruolo fondamentale in ambito sessuale, ecco perchè stress e nervosismo possono incidere negativamente sull’erezione e portare anch’essa all’ansia prestazionale o al calo del desiderio.
IL CALO DEL DESIDERIO NELLA COPPIA
In alcuni casi il problema del calo del desiderio si presenta all’interno della coppia ed entrano in gioco fattori come ad esempio la routine che in alcuni casi può incidere fortemente nell’equilibrio affettivo-sessuale della coppia ma che spesso fa parte della normale evoluzione della coppia stessa. In questa condizione è bene analizzare le dinamiche che hanno portato al calo del desiderio nella coppia per capire se il problema risiede nello stile di vita o in una mancanza di comunicazione. In questo scenario, è utile affrontare una terapia di coppia.
Una volta accertato che la disfunzione erettile non abbia origini organiche, si può trattare il problema rivolgendosi a psicoterapeuti specializzati con i quali portare alla luce e affrontare le difficoltà che stanno alla base del disturbo (ansia, stress, depressione), rielaborando i fattori di sviluppo del disturbo e ridimensionando le paure.
Lo psicoterapeuta fornirà inoltre le strategie per gestire l’ansia e/o il disagio attraverso terapie o tecniche di tipo psico-corporeo.
Mi occupo di disturbi di ansia (fobie, attacchi di panico, ansia generalizzata), di sessualità e di omosessualità, di disturbi alimentari, di depressione, di difficoltà legate alla sfera affettiva (familiare e/o di coppia).
All’interno del mio modello di lavoro utilizzo tecniche di respirazione, rilassamento, sessuologiche e EMDR.