Sentirsi soli, desiderare di stare soli ed essere soli: le tante facce della solitudine.
La solitudine è quello stato d’essere rappresentato dalla condizione di chi è solo. Spesso è ricercata, è il bisogno di ritrovare sé stessi, altre volte è vissuta come una condanna da chi non si sente in grado di rapportarsi o confrontarsi con l’altro e, di conseguenza, causa malessere e disagi.
Mentre nel primo caso possiamo parlare di isolamento, dove il soggetto che si isola non per forza si sente solo, nel secondo caso, la solitudine può essere fonte di un forte disagio, e può essere indipendente dalla compagnia di chi ci circonda. Questo sentimento infatti non necessariamente si lega ad una vera e propria solitudine come il non avere un partner o il non avere amici, ma si tratta di una condizione più profonda, sentita anche quando si è circondati da persone che ci vogliono bene o ci amano.
La solitudine può essere percepita i due modi: mancanza di affetti o mancanza di aiuto.
La mancanza di affetti, o deserto affettivo, è avvertita come l’incapacità, da parte nostra, di provare interesse verso il prossimo o come l’incapacità di riuscire a legarsi.
Nella mancanza di aiuto invece si sente l’assenza di qualcuno che si preoccupi di noi e si ha la sensazione di essere abbandonati. In questa situazione si sperimentano diversi stati emotivi come la disperazione, lo struggimento e la nostalgia.
Alle volte la solitudine può essere la conseguenza di una mancanza di intimità: vivendo una vita fatta di doveri e impegni familiari e lavorativi, può capitare di non avere nessuno con cui confrontarsi o confidarsi nei momenti difficili e con cui semplicemente condividere una risata. Lasciarsi andare è un’esperienza di cui tutti noi abbiamo bisogno. L’intimità è qualcosa che va costruita e nutrita costantemente nella relazione con l’altro e alle volte può capitare di non avere il tempo e/o lo spazio per coltivare le relazioni importanti della nostra vita.
Il filosofo francese Louis Lavelle affermava “Non è rompendo la solitudine, bensì approfondendola, che gli esseri diventano capaci di comunicare“. In effetti, quando la solitudine non è una scelta personale ma incide negativamente sul nostro stato psicologico, esserne consapevoli può aiutare ad uscire da quello che sembra essere un vero e proprio vortice.
Una volta presa coscienza del proprio stato d’animo, alcune semplici mosse possono essere un valido aiuto per lasciarsi alle spalle la solitudine, vediamole insieme:
Iniziare a piccoli passi
Cercare di uscire dalla solitudine mirando a cambiamenti radicali non è sano, meglio introdurre gradualmente le novità nella propria routine, una passeggiata, una chiacchierata con qualcuno, l’iscrizione ad una palestra sono i piccoli passi per compiere un grande cambiamento.
Cercare contatti
Chiamare i propri amici, le persone con cui ci si sente a proprio agio è un altro passo importante per affrontare la solitudine. Importante anche la ricerca di nuove conoscenze.
Coltivare un hobby e tenersi impegnati
Cinema, teatro ma anche amicizie (virtuali e non) arricchiscono e impegnano le proprie giornate.
Adottare un animale
Sono numerose le ricerche scientifiche che hanno dimostrato come l’interazione con un animale faccia bene anche allo spirito. L’affetto incondizionato dell’animale non solo dona felicità, tranquillità e sicurezza, ma può aiutare anche a ritrovare il contatto con altre persone.
Rivolgersi ad uno psicologo
Se la solitudine è causa di un pesante disagio che influisce negativamente sulla qualità della vita, è possibile rivolgersi ad un esperto del settore, in grado di analizzare e portare alla luce le radici più profonde del malessere al fine di individuare le strategie più adatte per uscire da questa condizione.
Mi occupo di disturbi di ansia (fobie, attacchi di panico, ansia generalizzata), di sessualità e di omosessualità, di disturbi alimentari, di depressione, di difficoltà legate alla sfera affettiva (familiare e/o di coppia).
All’interno del mio modello di lavoro utilizzo tecniche di respirazione, rilassamento, sessuologiche e EMDR.