La rabbia, insieme alla gioia, al dolore e alla paura, è una tra le emozioni più precoci e ognuno nella propria vita si è confrontato diverse volte con questo sentimento.
Nonostante la società le attribuisca un’accezione negativa, la rabbia è una naturale ed importante emozione ma ancora più importante è saperne fare un uso funzionale: come per tutte le emozioni, non lasciarsi travolgere da essa è fondamentale, tanto per il benessere fisico quanto per quello psicologico. In effetti, se non espressa in modo adeguato la rabbia può trasformarsi in un elemento distruttivo, arrivando ad influenzare negativamente la qualità della nostra vita.
La rabbia è uno stato emotivo che varia d’intensità: da lieve irritazione a furia intensa.
Può essere scatenata da diversi fattori, interni ed esterni, ed è la reazione ad una precisa sequenza di eventi: ci si arrabbia con alcune persone, in determinate situazioni (il traffico ad esempio) oppure quando si è eccessivamente preoccupati, quando non si riesce a risolvere un problema. Un altro fattore scatenante può essere ricondotto anche al pensiero di eventi traumatici legati al passato.
L’elemento che accomuna tutti gli stati d’animo legati alla rabbia è il fatto che ci troviamo di fronte ad un impedimento o qualcosa che vogliamo e non ci viene dato.
La rabbia in effetti è un’emozione composta: all’impotenza, sempre presente, si aggiunge il dolore/tristezza o la paura.
Riguardo invece alle forme che la rabbia può assumere potremmo fare questa divisione in macro categorie:
- la rabbia frettolosa ed improvvisa, tipica sia del comportamento umano sia di quello animale, che si verifica quando ci si sente tormentati o intrappolati.
- Si può manifestare quando sentiamo di subire un trattamento ingiusto da parte di altri
- E un ultimo tipo, legato di più al carattere che all’istinto, come può accadere per le persone scontrose e facilmente irritabili.
Come si esprime la rabbia?
Come per altre emozioni, anche la rabbia si manifesta a livello fisico ed in particolare con aumento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca, con un maggiore rilascio di ormoni dello stress, adrenalina e cortisolo, con espressioni aggressive e, a volte, azioni violente.
Ma come abbiamo detto in precedenza, la rabbia è una naturale risposta di difesa verso situazioni che percepiamo come potenzialmente pericolose o dolorose, ed è per questo che una certa quantità di rabbia è importante, ma non saperla gestire danneggia sia la salute che le relazioni.
Le norme sociali impongono la sua inibizione e per questo motivo le persone utilizzano diversi processi, consapevoli ed inconsapevoli, al fine di gestirla. In generale vengono adottate tre strategie:
- esprimere la rabbia: comunicare il proprio stato d’animo in maniera positiva, evitando di mostrarsi aggressivi: questo è il miglior modo di esprimere la rabbia. Il falso mito dello sfogo come urlare o prendere a pugni un oggetto per scaricarsi è un metodo che non libera dalla rabbia, al contrario, la alimenta. Numerose ricerche hanno dimostrato come “lasciarsi andare” può intensificare l’aggressività senza risolvere in alcun modo la situazione.
- reprimere la rabbia: reprimere ciò che si prova, così come lasciarsi sottomettere, è in realtà dannoso per la salute psicofisica e comporta effetti negativi che possono sfociare in disturbi di vario tipo: depressione, problemi psicosomatici come ulcera ed emicrania o comportamenti passivo-aggressivi
- Tranquillizzarsi: richiede un grande controllo interiore ed esteriore, ma è possibile riuscire a governare i propri sentimenti grazie a tecniche specifiche come ad esempio le tecniche di rilassamento attraverso la respirazione profonda, il rilassamento muscolare o il rilassamento per immagini. Una volta acquisite ed applicate, queste tecniche possono essere utilizzate ogni qualvolta si senta che la rabbia prenda il sopravvento.
La gestione ottimale della rabbia, quindi, si raggiunge attraverso due tipi di lavoro: il primo è quello di indagare nel profondo e risalire così ai fattori scatenanti per mettere in evidenza l’oggetto della rabbia (cioè cosa nella nostra vita ci fa arrabbiare). Il secondo è quello di assumere dei comportamenti, attraverso tecniche specifiche di comunicazione e psico-corporee, che ci permettano di esprimere la rabbia in modo costruttivo e non lesivo. Solo riuscendo a comprendere le ragioni della rabbia è possibile identificare le tecniche più adatte per evitare che prenda il sopravvento, e per farne così un uso funzionale e proficuo per noi.
Mi occupo di disturbi di ansia (fobie, attacchi di panico, ansia generalizzata), di sessualità e di omosessualità, di disturbi alimentari, di depressione, di difficoltà legate alla sfera affettiva (familiare e/o di coppia).
All’interno del mio modello di lavoro utilizzo tecniche di respirazione, rilassamento, sessuologiche e EMDR.